Sulla signorina e sulla Felicità

Dall’inizio della sua avventura il Teatro della Caduta ha scelto di fare il proprio teatro, sia in senso architettonico sia drammaturgico. Ristrutturando luoghi e costruendo testi. Questo ha condotto alla nascita di un modello di pièce teatrale riconoscibile. Protagonista indiscussa è Lorena Senestro, attrice giovane, di talento, che dosa sublime e sudicio, che sguazza, sfrontata e sicura, sensuale e accudente, dolce e sgraziata in qualsivoglia argomento, preferibilmente d’antan. Materia di copioni sono la narrativa o la poesia, ambiti altri, trasformati, plasmati e incastonati. Così La signorina Felicita ovvero la felicità, che ha l’eloquente e doveroso sottotitolo di Omaggio a Guido Gozzano, viene dal corpus dell’opera dello sfortunato poeta torinese, morto un secolo fa a soli 33 anni. Senestro incarna la signorina Felicita dell’omonima poesia ed evoca l’ambiente di campagna, teatro dell’incontro con l’avvocato e poeta Guido; nelle stanze della casa vetusta si aggira anche il padre (qui Andrea Gattico, il pianista) e poi però non più, perché la signorina, o forse la sua ombra, intercetta memorie di uomini e cose, ma senza rimpianto. Nella fantasia della donna, che proietta per gli occhi dell’immaginazione locali polverosi ma minuziosamente dipinti, si materializza il malinconico Guido con la sua struggente promessa d’amore, che ride nello sguardo luminoso di lei. La partitura ricama alcuni versi con le osservazioni, gli stupori, i consigli della ragazza semplice e il matrimonio tra la parola di Gozzano e quello dell’autrice e interprete scorre senza intoppi o incomprensioni. L’atmosfera è da fiaba campagnola verace e incolla l’attenzione degli spettatori, che si ritrovano in quel salotto, grande, alto e sbrecciato.
Lo spettacolo, che ha debuttato in prima nazionale al Teatro Gobetti il 18 ottobre 2016, è prodotto insieme al Teatro Stabile di Torino e grazie a questo sostegno ha potuto fruire di una scenografia imponente ma leggera come le ali di farfalla che Gozzano studiava nell’ultima fase della sua breve vita. Decisioni condivise tra il regista Massimo Betti Merlin, l’attrice e il light designer Francesco Dell’Elba, hanno determinato il progetto scenografico. Le musiche originali sono di Andrea Gattico, bravo sia a suonare sia a recitare.
Maura Sesia



