Fratelli in fuga

Un’intera platea di genitori e figli è il sogno, neanche troppo nascosto, di qualsiasi compagnia che si cimenta con il teatro ragazzi: se però ad esser raccontata non è una storia “frizzi e lazzi”, con gag ad effetto e battute facili, allora il tutto può assumere un carattere diverso, un significato più profondo.
Terza tessera del mosaico della Piccola trilogia degli altri bambini, il nuovo spettacolo di Santibriganti Teatro diretto da Maurizio Bàbuin ha un titolo che fa pensare a mirabolanti avventure e ad aneliti di libertà, Fratelli in fuga: ed in effetti la fuga di Lorenzo-Lollo e Michele-Michi ha il sapore dell’avventura estrema, soprattutto se immaginata con protagonisti un adolescente un po’ ribelle ed il suo inseparabile fratellone affetto da sindrome autistica. Poco importa se la meta dell’evasione non siano sconfinate lande oltreconfine ma i giardini dietro casa dove si è soliti trascorrere interi pomeriggi: così come se la durata della fuga non sono intere settimane ma una notte o poco più trascorsa con tanto di zainetto in spalla, un panino, una bibita ed una felpa. Quello che veramente conta in questo racconto è la rappresentazione del legame che lega i due fratelli, ai tempi della fuga irrequieti adolescenti ed ora uomini maturi.

Sfida ai genitori per la tanto desiderata chitarra mai regalata, o umanissima gelosia per le maggiori attenzioni rivolte a quel fratellone grande e grosso che si crede Superman? Queste le cause scatenanti la decisione di Lollo di far fagotto e scappare, se non che Michi lo segue, non lo abbandona, quasi a volerlo sfidare e a ricordargli che loro, così uguali e così diversi, non possono vivere l’uno senza l’altro: la storia portata in scena dagli applauditissimi Luca Busnengo ed Andrea Fardella ha il grande pregio di trasformare la diversità in simbiosi, di comunicare, nella paura di una notte condita da incosciente divertimento, quanto sia mai necessaria l’assenza di barriere “umane” tra chi può muoversi, parlare e comunicare e chi queste attività se le vede assurdamente precluse.
Frutto dell’intensa collaborazione con Fondazione Paideia, Fratelli in fuga squarcia il velo su ipocrisie e preconcetti ancor oggi radicati nella società civile: un’occasione per grandi e soprattutto piccini di riflettere in maniera leggera ma non disincantata, allegra ma mai banale, su come la felicità non sia un marchio brevettabile, semmai una dimensione al cui interno ciascuno di noi è in grado di realizzarsi a pieno, di sentirsi vivo ed amato. E la storia di Lollo e Michi, cosi uguali e così diversi ma sempre inseparabili, è in questa direzione un’esemplare parabola.
Roberto Canavesi



