Pages Navigation Menu


Riccardo III secondo BLUSCLINT

Ha talento Paolo Faroni: l’aveva dimostrato in Woof!, premiato nel corso dell’edizione 2010 di Rigenerazione, e lo conferma con questo Riccardo III per due soli attori, proposto nei giorni scorsi alla Cavallerizza Reale all’interno del cartellone 2011/2012 di Insolito. Faroni e la sua affiatata compagna di palcoscenico Maria Concetta Gravagno incarnano la maggior parte dei moltissimi personaggi della celebre tragedia shakespereana, dando prova di sicuro eclettismo interpretativo. Nella prima parte dello spettacolo i due agiscono ciascuno a un lato del palcoscenico: lui in una sorta di camerino, lei in una camera mortuaria pronta a tramutarsi in stanza da letto dall’atmosfera altrettanto esiziale. Lui è re Riccardo ma, anche e soprattutto, l’attore che si appresta a interpretare lo spietato sovrano.
Lei è Lady Anna, la giovane vedova oppressa dal dolore e da un destino che pare incapace di modificare, ma anche l’attrice che tenta di cambiare una storia già scritta. Nella seconda parte dello spettacolo, invece, i due si muovono sopra e attorno un enorme trono di legno, nel quale re Riccardo quasi affonda, così da visualizzare la fragilità del suo potere.
Non sveliamo l’imprevisto e ingegnoso finale ma ne sottolineiamo l’intelligenza e l’arguzia, qualità che, d’altro canto, contraddistinguono l’intero allestimento. Una messa in scena ingegnosa e originale dunque, pur conservando la fedeltà a Shakespeare – il testo delle tragedia non è stato modificato, ma solamente interpolato con brani tratti da altre opere del Bardo, quale Amleto, e battute scritte dallo stesso Faroni. L’amorale sete di potere di Riccardo, il principe storpio da tutti disprezzato, diviene il delirio egotico del grande attore, che scambia il palcoscenico per la realtà. Ma, suggerisce Faroni in un caleidoscopico gioco di specchi, può avvenire anche il contrario, allorché un altro delirio, quello di onnipotenza, conduce a scambiare la quotidianità che si è chiamati a governare con il proprio personalissimo teatro. Così i giovani Blusclint – questo il nome, tratto dal dialetto casalese, della compagnia di Faroni – ci mostrano con concreta evidenza la puntuale e quasi sconcertante attualità del testo shakespeareano. Ma non solo, la Gravagno e Faroni restituiscono pieno valore alla recitazione, una capacità che, negli ultimi tempi, molti teatranti tendono a trascurare…

Laura Bevione